Ogni mattina, data la posizione strategica del calendario (in bagno davanti al WC) sono quasi costretta a conoscere quale santo si festeggi ogni giorno.
Oggi è Santa Germana. E che sarà mai direte voi? Nulla di che… solo volevo mandare gli auguri di buon onomastico ad una mia amica d’infanzia: Germana appunto.
Purtroppo ci siamo perse di vista e non solo per la diversità delle città che hanno accolto i nostri studi, probabilmente molto è da addebitare a me stessa.
Germana l’ho conosciuta alle scuole elementari e poi è diventata la mia compagna di banco per tre spassosissimi anni alle scuole medie, ci siamo divertite tantissimo, sopratutto nelle ore di matematica e scienze del prof. Fanigliulo… un personaggio! Delle cinque ore che passavamo sui banchi almeno 4 lei poverina le passava rossa in viso cercando di trattenere le risate o a girarsi sulla sedia facendo finta di cercare qualcosa nello zaino quando proprio non poteva trattenere le lacrime, io mi limitavo a fingere di soffiami il naso!
E’ stata lei a portarmi nelle “grinfie” dell’ACR, ma questa, nonostante il mio attuale fermo ateismo, non è assolutamente una colpa, anzi. Tra le fila di “quelli della parrocchia” ho trovato praticamente tutti i miei amici dell’adolescenza, persone con cui ho pasato serate, scampagnate e gite divertentissime nonché i primi “piccoli problemi di cuore”. Buttati su quelle 4 panchine davanti alla Sacrestia, o nelle stanze de “L’asilo Vecchio” (di cui rubavamo di nascosto le chiavi a Don Franco) ci divertivamo come matti, senza alcool, senza canne, senza nulla di tutto quanto la cui mancanza ci distingueva dalle altre comitive.
Nessuno di noi aveva la patente, San Marzano non offriva grandi posti dove andare a passare la serata eppure uscire ed incontrarsi non era mai noioso: senza che fosse necessario darsi appuntamento, non c’era assolutamente pericolo che uscendo non si trovasse nessuno “in Sacrestia”, e raramente si tornava a casa annoiati.
Poi le cose sono cambiate, poi sono arrivate le prime patenti, le prime macchine, interessi diversi… ad un tratto si è deciso che le serate come le avevamo passate sino ad allora ci stavano strette, anzi c’era quasi da vergognarsene, era roba da poppanti, una “tristezza infinita”.
Sarà ma io non so cosa darei per tornare a quel clima di spensieratezza e “poche pretese”.
Non so cosa darei per rimediare all’averti persa, amica mia. Ricordo bene la sera in cui ti ho “tradita”, la sera in cui decisi, senza coinvolgerti, di uscire con altre persone in quel momento apparentemente più interessanti… ma poi, tornata all’ovile, ho incrociato la delusione nei tuoi occhi e sopratutto constatato che i miei amici, le mie serate, il mio divertimento era lì, lì dove tu mi avevi portata… Una sera solo, uno scivolone soltanto, ma ho capito di aver fatto un grossisimo sbaglio. Da quella serata nulla è stato più come prima tra noi, ed io ho perso l’occasione di conservarti come “migliore amica” per tempi più maturi, per i tempi in cui avremmo potuto ancor più arricchirci delle differenze che ci contraddistinguono. Non ti ho mai nemmeno chiesto scusa per questo. Perdonami.
Sei una delle persone più in gamba che abbia mai conosciuto, Germana, su una scapocchiona come me (intelligente ma che non si applica) sei sempre stata di grosso stimolo, e sicuramente lo saresti ancora.
Ora non so bene neanche cosa tu stia facendo, di sicuro grandi cose.
Ti ho voluto bene come una sorella e te ne voglio ancora.
Tanti auguri e Buon Onomastico, mia cara.
Maria.

*Immagine di http://www.mylittledreams.eu
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